mercoledì 24 dicembre 2008

Manicheismo e camicie senza mezze misure

E non conosco mica le coperte quando me le sbatto addosso (meglio i tuoi piedi tesi e scalcianti che si sfregano come per accendere un fuoco), e non hanno trovato ancora il modo di riempire l'anima di sentimenti senza viverli, ma è anche vero che quel che hai vissuto sarà per sempre tuo.
Mi affaccendo per mettere in quarantena le statistiche ed affidarmi all'animale che pulsa dentro la gabbia toracica, ho fatto di tutto per arrivare li', sfregando un cerino dopo l'altro a mani giunte con la dedizione di chi non vuole più guardarsi con sdegno, strappando i fili della ragione mi sono aperto un varco come un ragno cerca casa. Ma è di pece nera l'inchiostro di rancore di cui avevo fatto scorta, e rende cieco come un muscolo il tam-tam che batte e mi guida, mi sa che mi tocca tornare indietro a prendere dell'ammorbidente.

giovedì 18 dicembre 2008

Un Andy Capp usato come combustibile

NO, guarda, il fatto è che ho un blog anch'io. Mi unisco distratto ai visitatori, pensavo di andare contro corrente e di lasciare qualche commento (e vista la penuria avevo pensato di andare a strombazzare il sassofono alle processioni). Faccio vittimismo sociale. Mi gratto l'ombelico ed estrapolo filtri di lana (forse la premura di mia madre che mi segue dagli incunaboli della vita?), cosi' la gente capisce che non si fa. Ho letto di nuovo, in un opuscolo trovato dietro ad un sedile made in Lufthansa, che l'ennesimo attraversamento pedonale di formiche ha liquidato la strage, riconfermandosi definitivamente come specie protetta. Un mio amico è passato a distribuire volantini ad un semaforo su Internet (anche se terrorizzato dall'immancabile polacco lavamonitor), dice che ci guadagna in salute anche se s'infervora il qualunquismo dei feedback ricevuti e il museo dell'esprit grotesque rischia di arricchirsi con la sua postura.

giovedì 4 dicembre 2008

Pulire le veneziane con canc prima del '900

Siamo rimasti estranei
ho un saccente muro di educazione tutto per te
ogni apostrofo triste che riesco a lasciarti sul viso sarà la mia ricchezza
un nugulo di gattni dentro una cesta d'ovatta
spariti, magari sotto a un treno
un perditempo da prendere in considerazione
come lubrificante, almeno per questi minuti
complici che non ci rivedremo tanto presto
svestirti di una tenda senza sorpresa
e la mia ferita priva di espressione

domenica 26 ottobre 2008

Quante pietre miliari? direi almeno un centinaio

Ripescare la nostra idea di meraviglia non è uno sport riconosciuto dal CONI. Ho suddiviso gli ultimi mesi in ecloghe metropolitane, ma senza un filo d'erba a solleticare il mio riposo. Il mio riposo: un ventre gonfio di aspettative e di ansie pigre, che mi porta a fare domande agli altri e a rispondermi da solo. Scriverò qualcosa che parla di me che interrompo le persone, di energie che anticipano energie e del tuo avantgardistico sguardo a macchia d'olio. strabuzzami la tua etica, mentre invento un saluto nuovo. L'aria dopo le 21 è calda per incontrarsi in viali scanditi da aranci che brillano infilzati su stuzzicadenti, mentre alzando il capo sdraiamo i nostri sguardi all'unisono sui rassicuranti greggi di ovatta che coprono il materasso stellato. il fumo della periferia industriale ci rallegra, mi fai notare che qua vicino c'è uno zuccherificio.

venerdì 10 ottobre 2008

Sigourney Weaver e la criogenetica di tutti i giorni *

La pioggia e i treni vengono da lontano. Fanno ipnosi domiciliare da camera. Ci scrollano da nervosi dormiveglia, dai colpi di tosse controproducenti, dalla mente che ci tiene attenti sulle fantasie inutili, slacciano i desideri semprefertili di labbra e cazzi dentro fiche e culi, ci insegnano ad abbandonare alla radiosveglia (ssi'..basta, ci penserà lei) tutti i propositi e gli spaventosi impegni legati al domani. Basta un suono improvviso e indifeso, nel silenzio dello spazio, per armonizzare la nostra pelle con la stoffa, e finalmente riusciamo a respirare come vogliamo; gli alberi d'autunno si spogliano per me, come spaventapasseri mi festeggiano a braccia aperte mentre la notte brinda su di loro, con la loro fisicità attutiscono il volo di miriadi di gocce paracadutiste che sanno cos'è il sacificio sino ad immolarsi per le nostre falde acquifere, mentre raccogliendosi in gruppi sui rami, le più giovani di loro si tuffano penetrando con le note più grevi nella più ticchettante e liscia delle sinfonie terrene. Il tutto suonato senza strumenti tradizionali, il corno inglese viene elegantemente bandito, il timpano per una volta è solo il luogo d'esecuzione,..ringrazia.

Abito vicino alla ferrovia (distante quanto basta), ed ho la fortuna di non essere sordo.




* il finale del secondo film di R.Scott è obbligatorio, ma anche no

mercoledì 1 ottobre 2008

Insegnare ai radicali ad istruirci sulla pazienza, antiossidanti al veleno e giuggiole

Consumiamo letti di foglie finchè non diventano secche, brindiamo nella steppa con il vento agghirlandati da foulard rossi, decimiamoci di notizie inutili.
Lunghe ed acquose pennellate dis(d)egnano poveri cristi depauperati al sole, c'è dell'agonismo nella crisi, anche nei luoghi di fede...ognuno abbandona il proprio diario dettato dai pettirossi, il picchio è infatti più metodico.
Le auto che passeggiano lontano sembrano accarezzarci gli occhi stanchi coll'aria fresca, porterò ben inumidite le mie lenti a contatto a lezioni di balistica per spararmi meglio oltre gli obiettivi. Cerchiamo il piano giusto di un palazzo in costruzione ancora scheletrito (morto prima di nascere) per osservare il mondo dalla periferia, sediamoci ad incantarci col fumo passivo e a macerarci con quello attivo.
Lasciamoci andare. Addormentiamoci di nuovo, nostalgici, nella secca di una diga.
Ho controllato fra le intercapedini, e non importa se le mie parole non esplodono fra le righe.

domenica 21 settembre 2008

Il potere sulla mente e non sugli altri

Riconoscere la partecipazione di certi ospiti al marcire delle parti migliori del tuo cervello aiuta a riconoscere quali sono. E' successo poco tempo fa, quando uscendo da un parcheggio strisciai un autobus guidato da una facoltosa arredatrice di 31 anni. Sapevo che prima o poi ci saremmo rivisti. "Ma il tuo stile è comico o tragico?" mi aveva chiesto scendendo i due scalini che la separavano dalla terraferma con aromatica schiettezza. E' successo dopo aver ricominciato a masticare il male cercando, sdilinquito (ma anche "sciropposo" va bene) di esasperare la solitudine, quando denigrando lo specchio e la luce lo girai contro il sole per annientarlo. "Datti una spolverata agli occhi...l'unico posto da centrare oggi è il presente" mi apostrofava Valentina. Aveva ragione,gli spazi da ricoprire erano ancora molti, ed il mio trascorso non era che domato dalla frenesia e dall'impazienza. L'altro piatto della bilancia, fregandosene delle sfumature nel mezzo recitava, in un tono pigro rivolto al passato "per quanto ci sforziamo di allontanarci, io e lei siamo come bavaglio e ciglio". E' facile parcheggiare i ricordi, quanto può essere doloroso tirarli fuori con le pinze. O con il cambio.

venerdì 12 settembre 2008

Near the Obstacle I: ossessione Gaudi

Rotocalchi dentro cui autoimpaginarsi
un cut-up di salse per condire le nostre insalate equatoriali
battelli per cucinare le nostre tempeste
Ho perso il mio giornale di bordo
a furia di accumulare riviste di dattilografia
io non sottovaluterei il modo che abbiamo di guardarci

Il segmento cardine della tua silhouette è guizzante come una S
vorrei partecipare ai tuoi dietro le quinte davanti all'armadio
resterei muto come un pesce, te lo giuro
ti riserverei i miei pensieri più incensurati per tragitti sobbalzanti
fra i chiaroscuri tampone di ispanici-tram
Parc Güell non si cura di nascondere
gli elaborati del più grande arredatore di montagne
gallerie laminate e ponti ricamati evitano
il sedimentarsi sulle nostre retine
come quattro mosche di velluto grigio
conosco tutti i polizieschi di mestiere
aiutano a giostrare i tuoi battiti cardiaci
con il rintoccare delle mie prese orbitali
mentre improvvisi sketches romanzandomi il tuo ultimo, oculato acquisto
e insisti sul tuo passato, non puoi farne a meno
che spesso è un compromesso
con chi ha più voce
ma meno luce
avere paura sulla propria gru
conquistando un'altitudine a pioli
guardare giù è come rifornirsi del passato da un frigorifero vuoto
bramo il capolinea con la diffida che hai custodita in borsa
per..sbarazzarmene?

conosci una persona tipo...te?
sai, per..andare d'accordo

sabato 30 agosto 2008

Interpol a sirene spiegate

Perchè allenare le falangi
quando la penna non ha più bisogno di slanci da centometrista?
arrangiare un metodo per entrarsi dentro da zero è utopia

quando sto bene ho un calo d'ispirazione
perchè vivo in un male vuoto

lasciando macchie su quel pentagramma ho le mie crisi migliori
potrei stringermi un laccio sull'epiglottide
per strozzare fuori il dolore in una forma diversa

è successo da quando mi sono stancato di te
ho smesso di essere brllante come volevo

martedì 19 agosto 2008

come cucirsi addosso le zanzariere plus chic

hai smesso di nutrirmi da molto prima che smettessimo di vederci. Mi hai insegnato quali fossero gli alberi più tranquilli sotto cui riposare con le stregonerie dei tuoi occhi. Dicono che basta decidere, eppure ti avrò ammazzato almeno mille volte, guardandoti in superficie con una lucidità azzurra che ti nasconde ogni volta come un terribile segreto; ma sono qua ancora per donarti le mie fasi lunari, i nostri divaghi infruttuosi e intellettuali che diventavano arcate dentali distese e luminose. Dev'essere perchè il vuoto ha una forma tonda, dev'essere perchè solo i cani sono capaci di darci qualsiasi cosa che non sia animato dal rimorso.

giovedì 14 agosto 2008

Autistici prossimi alla batosta

Avevamo preso in ostaggio l'educazione, rastrellando il mare come breccino, quasi costringendo le onde a spianarsi sino a rinvigorire i nostri piedi pensanti a riva. C'era il tempo di immaginarci, fra i vuoti delle nostre aspirazioni irrisolte, ma ora andando avanti vorrei solo vederci più distanti come chi passeggia piano per le stazioni ad ammazzare il tempo e si aggrappa ai corrimano come compagni di sbronze. So che ad un colpo concavo corrisponde una reazione convessa del corpo: una piaga similarmente si concretizza in una nuova lega. Il vuoto che reclami non è altro che un cervello oberato di idee a cui va scovata una via d'ngresso in uscita. Ti avevo detto di smetterla coi tuoi diverticoli, non s'indaga mai sui cieli stabili.

giovedì 7 agosto 2008

Ricaricarsi gratis di plasma

Alla base c'è un enorme falla nella distribuzione delle energie. Il vuoto non è un semplice dato dell'interruzione delle trasmissioni.Non mi sono inventato quelle emozioni che mi porto dietro correndo alla ricerca di un nuovo testimone. La telefonia cellulare ha accorciato le nostre storie. Avessi avuto una diligenza 100 anni fa vi avrei rintracciato a distanza di anni. Mi dicevi che gli odori che tanto amavo di te in realtà erano i miei. E che un giorno mi sarei fagocitato da solo, in tutta la mia opulenza. Faccio schifo alla carta, mentre le mie mani si induriscono fingo di intrappolare la confusione fra le assi, la polvere, i topi. I giorni si arrampicano poco a poco su finestre indisposte, mentre John Cale iscrive sinfonie alla palestra del rumore.

sabato 26 luglio 2008

Masticando furiosamente si rischia di diventar sordi

Inutile prendersela cogli ossimori perchè ci dicono cose opposte, abbracciarti mi faceva sentire un eroe, mentre adesso riesco solo a sbriciolare la tua parte dolce e a farla lievitare sopra l'ultimo panettone della stagione.
Sfronderò il vento con la faccia lasciando che i ricordi e gli odori striscino indietro pedissequi, come seguaci innocui ed addestrati. Lo farò per la mia vita. Era nel codice dei samurai trattare con leggerezza la questioni gravi, mentre altresi' si abbisognava grande cura nell'affrontare le piccole cose. Cosi' facendo gli ostacoli più insormontabili diventano risibili muriccioli, e li si può osservare cogli occhi attenti di una leggerezza acquisita in precedenza.

martedì 22 luglio 2008

Ghettizzare Sigfrido ed altri sparvieri mollaccioni

Dirò alle parole di seguirmi. E di fare delle cose per me, perchè avere un dialogo è la cosa più importante. Ho scucito condoglianze di riguardo per la mia assenza, roba da ricchi. Sentivo una grande gioia e non riuscivo a controllarla e tanto per svaccare tutto come al solito la mattina dopo ho deciso di non guadagnarmela, la felicità. Avverto i saliscendi della mia sensibilità, che si mescola abilmente corrompendo l'intelligenza(?), o comunque la capacità di cogliere segnali. Capita di ritrovare cose risolte anni fa nell'ospizio dei piedi o delle mani, tediose cisti che si travestono da posti di blocco alle foci dei nostri contatti più basicamente tattili.

venerdì 18 luglio 2008

La sicumera del cardellino

Davvero un bel lascito. Devo concentrare le energie su di me, ora ne ho la possibilità. Una volta tanto non ho intenzione di sfruttare la genetica, ho un piano mio. Sposterò il flusso delle mie energie nella direzione opposta a dove farei normalmente; se necessario mi servirò di uno specchio, utile anche per guardare dentro e indietro e scarnificare la realtà essenziale del passato. Farò attenzione a che tu non ne collochi un'altro (ben lucidato) alle mie spalle. Non si sa mai. Un dolcificante matematico mi fa sentire le mancanze per quel che sono: mangiare della cioccolata per scoprire che quello che disgraziatamente non hai più è diventato solo merda. Che tu possa ritornare utile come fertilizzante, adesso non importa.

mercoledì 16 luglio 2008

L'agguato al futuro

vorrei oliare i tuoi ostacoli come fossero giunture e farne leve motrici, prenderne le misure, tracciarne le bisettrici...chiediti perchè stai scrivendo e la risposta migliore sarà per far scintillare tutte le cose idiote che ti passano per la testa .Come quei pomeriggi afosi a Roma in cui ci tempestavamo di psicofarmaci. Tutte le ore passate ad idolatrare la fine dei nostri miti ci uccideva per emulazione, è arrivato il momento di incidere un nuovo capitolo. Non voglio muovermi mentre un groviglio di idee spinate si contorce sotto al sole, vi lascerò urlare finchè non ne potrete più. Agirò quando tutto sarà tranquillo, tre passi e poi un balzo.

lunedì 14 luglio 2008

Schianti a bordo dello Zeppelin ed assortimento ischemico nella sottile coltre cerebrale dell'equipaggio

Era la tua sofferenza ad avermi stregato, l'evidente trasformazione della tua vita che pagava lo scotto al presente che mi immobilizzava. Nelle altre persone non era cosi' evidente. Come cazzo è che ridono tutti, gli altri?
Poi c'era quello che scrivevi,che mi seduceva al femminile e che sebbene sconnesso sapeva di forte indipendenza. Puzzavi di buono. Davanti al tuo ascensore, coll'odore di fumo ansioso stipato dentro quella cabina mobile verticale che mi salutava dietro una spia ed una porta scorrevole, sapevo che avremmo odiato tutti e due quel momento ripetersi ad oltranza. Il dolore muove tutte le cose e cosi' non si può farne a meno. D'altro canto, l'apatia ci cuce gli occhi. Ma mi dicono dalla regia che non sono gli unici ingranaggi. In certi momenti non resta che fidarsi.
Prima di andarmene, ho bisogno di un cuore modificato che rimanga dentro di me colla sua bella scritta campeggiatrice e localizzatrice (trovo evitabile francamente il “made in China”), mentre il resto ,verrà sementato per le nuove forme viventi. Analogamente, col buonumore di un motteggiatore degli anni'50, trovo stimolante sapere di girare in macchina grazie al petrolio originato dalle sostanze organiche dei miei avi, grazie ragazzi.

sabato 12 luglio 2008

Antarctica

Fra di noi possiamo stringerci la mano solamente al contrario ed occupare al massimo un posto e mezzo che finge di aspettare come un nucleo supino ordini da mecenate. Per i nostri sogni. Le onde che si sbattono i ghiacciai spruzzano fuori come vagiti primordiali arcobaleni guizzanti come pesci. Alla fine ci siamo incontrati. Le nostre stive sono piuttosto trasparenti questa sera. Evitiamo di sindacare e basta. Sul passato che muore cento volte. Stupratori di cecchini.

mercoledì 9 luglio 2008

Sicari del Karma

Ci sono strade che non si incontrano più. Vorresti tornare indietro ma non ne hai voglia. E allora mi siedo ad osservarne le cose che vengono buttate via, fissando il lucido delll'asfalto bagnato d'estate, con i camion della spazzatura e le loro sirene mute lampeggianti che sostano brontolando rumori di ferraglia che verrà portata a morire da un'altra parte. Dislochiamo la loro morte, sentiamoci unici di fronte alla nostra fine che è stata. Avere un alito in corpo e non riuscire a farlo volare. Sentire i ricordi che ci fissano speranzosi, ma non avere una risposta, semplicemente sperare che non smetta mai di piovere. Vuoi il sole nella tua vita, da sempre e freneticamente cerchi di evocarlo con un mantra nuovo; per placare la tua sete di te. Ti annoi. Ed io ancora ti voglio. L'odore che mi possiede è sempre più insopportabile, disperatamente commestibile. La discarica è un enorme mostro di liquami, che si nutre delle nostre impronte e si nasconde come un dato di fatto.


venerdì 27 giugno 2008

I Tochio Otell sono il gruppo piu forte che cè

A me mi piacciono i Tochio Otell, e sopratutto il cantante, è troppo bravo! W i Tochio Otell! Anche ai miei amichi piace i Tochio Otell, purtroppo non posso andare ai loro concerti perchè sono lontani e ci va un sacco di gente che non conosco e non mi fido.

quando il nome non c'è

Senti come urla il mare entrando dall'uscita di servizio in un inferno di scommesse un colosseo nella trachea Declinato a fingere ...