domenica 26 ottobre 2008

Quante pietre miliari? direi almeno un centinaio

Ripescare la nostra idea di meraviglia non è uno sport riconosciuto dal CONI. Ho suddiviso gli ultimi mesi in ecloghe metropolitane, ma senza un filo d'erba a solleticare il mio riposo. Il mio riposo: un ventre gonfio di aspettative e di ansie pigre, che mi porta a fare domande agli altri e a rispondermi da solo. Scriverò qualcosa che parla di me che interrompo le persone, di energie che anticipano energie e del tuo avantgardistico sguardo a macchia d'olio. strabuzzami la tua etica, mentre invento un saluto nuovo. L'aria dopo le 21 è calda per incontrarsi in viali scanditi da aranci che brillano infilzati su stuzzicadenti, mentre alzando il capo sdraiamo i nostri sguardi all'unisono sui rassicuranti greggi di ovatta che coprono il materasso stellato. il fumo della periferia industriale ci rallegra, mi fai notare che qua vicino c'è uno zuccherificio.

venerdì 10 ottobre 2008

Sigourney Weaver e la criogenetica di tutti i giorni *

La pioggia e i treni vengono da lontano. Fanno ipnosi domiciliare da camera. Ci scrollano da nervosi dormiveglia, dai colpi di tosse controproducenti, dalla mente che ci tiene attenti sulle fantasie inutili, slacciano i desideri semprefertili di labbra e cazzi dentro fiche e culi, ci insegnano ad abbandonare alla radiosveglia (ssi'..basta, ci penserà lei) tutti i propositi e gli spaventosi impegni legati al domani. Basta un suono improvviso e indifeso, nel silenzio dello spazio, per armonizzare la nostra pelle con la stoffa, e finalmente riusciamo a respirare come vogliamo; gli alberi d'autunno si spogliano per me, come spaventapasseri mi festeggiano a braccia aperte mentre la notte brinda su di loro, con la loro fisicità attutiscono il volo di miriadi di gocce paracadutiste che sanno cos'è il sacificio sino ad immolarsi per le nostre falde acquifere, mentre raccogliendosi in gruppi sui rami, le più giovani di loro si tuffano penetrando con le note più grevi nella più ticchettante e liscia delle sinfonie terrene. Il tutto suonato senza strumenti tradizionali, il corno inglese viene elegantemente bandito, il timpano per una volta è solo il luogo d'esecuzione,..ringrazia.

Abito vicino alla ferrovia (distante quanto basta), ed ho la fortuna di non essere sordo.




* il finale del secondo film di R.Scott è obbligatorio, ma anche no

mercoledì 1 ottobre 2008

Insegnare ai radicali ad istruirci sulla pazienza, antiossidanti al veleno e giuggiole

Consumiamo letti di foglie finchè non diventano secche, brindiamo nella steppa con il vento agghirlandati da foulard rossi, decimiamoci di notizie inutili.
Lunghe ed acquose pennellate dis(d)egnano poveri cristi depauperati al sole, c'è dell'agonismo nella crisi, anche nei luoghi di fede...ognuno abbandona il proprio diario dettato dai pettirossi, il picchio è infatti più metodico.
Le auto che passeggiano lontano sembrano accarezzarci gli occhi stanchi coll'aria fresca, porterò ben inumidite le mie lenti a contatto a lezioni di balistica per spararmi meglio oltre gli obiettivi. Cerchiamo il piano giusto di un palazzo in costruzione ancora scheletrito (morto prima di nascere) per osservare il mondo dalla periferia, sediamoci ad incantarci col fumo passivo e a macerarci con quello attivo.
Lasciamoci andare. Addormentiamoci di nuovo, nostalgici, nella secca di una diga.
Ho controllato fra le intercapedini, e non importa se le mie parole non esplodono fra le righe.

quando il nome non c'è

Senti come urla il mare entrando dall'uscita di servizio in un inferno di scommesse un colosseo nella trachea Declinato a fingere ...