venerdì 26 marzo 2010

Trascrivere i discorsi fatti in sala parto aiuta a rilanciare del sano perbenismo

Vorrei sapere come stai
Vorrei sapere come stanno le tue corde vocali
mentre mi dicono come stai
Non è chiaro se il bianco è illuminazione
oppure vuoto come un buco
Dove il tuo dolore saporito riempiva la scena
di lamiere strette
e di calze strappate
dove ti cerco

domenica 21 marzo 2010

IL calcolatore di poesie

Su mani segnate da certe ferite, ricucitesi come potevano
c’è tutta la mia disperazione epidermica
lo zoccolo rustico di un camino
rozzo e statico vecchio
a sistemar brace imbolsita e vesciche buone per metafore

L'abbandono è di me stesso
e te ne faccio carico

E riesco a ridere con te come se questi anni vuoti di noi non ci fossero stati
ma niente di confidenziale, tale da tradire i patti (dei miei fallimenti)
Nervroticamente, l'impazienza di parlarti si risolve nel silenzio
E nel compito di trattenere le lacrime
c’è tutta la mia disperazione epidermica

Ma
stai al gioco, ancora per un pò
se mi dai quel pennino
ti aiuterò a scrivere qualcosa sulla tua fragranza
abbandoniamoci come foglie
in gravità oscillante
ti prenderò il bacino senza peso
un contatto per ricordarti Casa
finchè di colpo finisce

quando il nome non c'è

Senti come urla il mare entrando dall'uscita di servizio in un inferno di scommesse un colosseo nella trachea Declinato a fingere ...