La pioggia e i treni vengono da lontano. Fanno ipnosi domiciliare da camera. Ci scrollano da nervosi dormiveglia, dai colpi di tosse controproducenti, dalla mente che ci tiene attenti sulle fantasie inutili, slacciano i desideri semprefertili di labbra e cazzi dentro fiche e culi, ci insegnano ad abbandonare alla radiosveglia (ssi'..basta, ci penserà lei) tutti i propositi e gli spaventosi impegni legati al domani. Basta un suono improvviso e indifeso, nel silenzio dello spazio, per armonizzare la nostra pelle con la stoffa, e finalmente riusciamo a respirare come vogliamo; gli alberi d'autunno si spogliano per me, come spaventapasseri mi festeggiano a braccia aperte mentre la notte brinda su di loro, con la loro fisicità attutiscono il volo di miriadi di gocce paracadutiste che sanno cos'è il sacificio sino ad immolarsi per le nostre falde acquifere, mentre raccogliendosi in gruppi sui rami, le più giovani di loro si tuffano penetrando con le note più grevi nella più ticchettante e liscia delle sinfonie terrene. Il tutto suonato senza strumenti tradizionali, il corno inglese viene elegantemente bandito, il timpano per una volta è solo il luogo d'esecuzione,..ringrazia.
Abito vicino alla ferrovia (distante quanto basta), ed ho la fortuna di non essere sordo.
* il finale del secondo film di R.Scott è obbligatorio, ma anche no
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1 commento:
Voglio un post al giorno.
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